Monza la Politica 3.0 quel ritorno alla voglia di fare, il consigliere e la sfida che parte dal basso
Buongiorno Monza, mi chiamo Nicholas e risolvo problemi. Almeno cerco. Del signor Wolf di Pulp Fiction, Nicolas Monguzzi non ne ha però proprio l’aspetto. E nemmeno convive con l’atteggiamento tipico comune del politico così caro a Nanni Moretti nel film “Ecce Bombo”. Giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio cose. Certo, uno sportello del cittadino può anche non essere una novità assoluta nel panorama della “res publica”. Ma che un ragazzo di poco più di 20 anni, decida di sacrificare tempo e denaro alle normali attività tipiche dei suoi coetanei che risolvono tutto solo sui Social, per realizzare un punto d’incontro vero e d’ascolto concreto dei problemi dei cittadini, a Monza non si vedeva da anni. E se non altro fa ben sperare. Se lo paga lui, lo gestisce personalmente, lo ha riempito di libri e di una bacheca modello “tazebao”. C’è pure il computer e la macchinetta del caffè sottratta alla dotazione di casa. E poi si vedrà se avrà successo. Monguzzi un grande avvenire dietro le spalle. Un mix tra iniziative consolidate e nuove tecnologie. Ci prova a far uscire la politica dal palazzo (minuscolo) e far entrare la gente di Monza.
Buongiorno Monza: un amico in comune
Un punto di ascolto che alla collettività non costa nulla. Non è la solita sede di partito taroccata da croce rossa. Il “focal point” di via Amati 23 funziona come “cassetta postale”. Diretta. Senza filtri. Una sorta di rubrica di “donna Letizia” (grande personaggio…) con istanze da portare direttamente nelle stanze della politica che decide e risolve. Non sarà però solo un postino. Monguzzi davanti alla domanda “cattiva” non fa una piega. All’obiezione se la sua iniziativa potrebbe essere in sovrapposizione con alcune deleghe della giunta, si stringe nella barbetta vagamente cavouriana. I mimetici facciali che sono i muscoli del sorriso, non si contraggono. “No, perché? – risponde – direi complementare. I cittadini di Monza hanno bisogno di risposte e se queste le dà un assessore, il sindaco o un semplice consigliere comunale, che differenza fa?”. Alla conferenza stampa per la presentazione, di politico c’era solo lui. Monguzzi non ha utilizzato il classico “manto della Madonna Pellegrina” per ripararsi dietro al più famoso e quotato politico che gli avrebbe portato visibilità. Sta a vedere che forse le “palle” intesi come attributi del futuro centrodestra non sono solo quelle appese per le vie del centro…
Marco Pirola