Bullismo: Varedo all’oratorio con il braccialetto elettronico

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Genitori entusiasti della trovata del parroco per scoraggiare gli ingressi indesiderati dei bulli

Bullismo l’ultima frontiera nella lotta al bullo passa da Varedo. Nostalgia dello schiaffone. Una volta il parroco faceva roteare le mani in aria e partivano i ceffoni. A raffica. Il gesto era accompagnato da un tono di voce perentorio. Che non lasciava adito a dubbi sulla richiesta. Se poi all’invito celeste della “vocina” dell’uomo vestito di nero, era necessaria una ulteriore sottolineatura, scattava la seconda fase. Senza pensarci due volte il don lustrava le “goffe” scarpe nere sul fondoschiena dei malintenzionati. Ora anche in chiesa si guarda avanti. All’elettronica. Ai bambini come “cani” e le mamme plaudono. Dal grande fratello al pesante fardello. Il passo a Varedo è stato nullo.

Bullismo: come funziona

Il futuro dell’oratorio è una fascetta di plastica. Un pezzo di gomma azzurrognola come tanti in giro. Solo che dentro tra un polimero e l’altro, è incastonato un chip. E se vuoi mandare il bimbo all’oratorio devi mettergli il collare. L’ultima frontiera della lotta al bullo è appunto una fascetta in gomma azzurra. Con un chip che tiene costantemente d’occhio il ragazzino. Entrata. Uscita, attività svolte. Le patatine comperate al bar e pure la mensa il mezzogiorno. Senza non si può neppure entrare in oratorio. Il parroco, mamma e papà, sapranno in tempo reale dove si trova il pargolo. Se compra un ghiacciolo al bar. La farinetta di castagne (ammesso ci sia ancora) o la gazzosa. Oppure gioca a calcio con i compagni. Il tutto grazie all’ennesima App sul telefonino. Lo slogan scritto a caratteri cubitali sui muri degli oratori negli anni Sessanta e Settanta va aggiornato. “Dio ti vede”  senza muoversi dal divano di casa.

Bullismo: il chip

L’idea si chiama “Sansone 2.0”. Il braccialetto elettronico ricorda i controlli per i detenuti agli arresti domiciliari. Ed è venuta dalla “C&L di Carate Brianza”, che ha già venduto il servizio ad altri centri religiosi della Diocesi di Milano. La società si occupa di software gestionali per aziende, ma ha sviluppato una sezione dedicata alle “comunità pastorali”.

Bullismo: il problema

A Varedo il bullismo nei centri parrocchiali è più che una preoccupazione. Lo scorso anno un cartello avvisava della chiusura del centro estivo “per ferie”. Il parroco fu costretto a sprangare i cancelli e bloccare le attività. L’arrivo di ragazzi “non identificati” coincise infatti con fastidiosi atti di bullismo. Furti di cellulari, monetine e marsupi, poi minacce e persino la richiesta di un teppistello in vena di atteggiamenti da mafioso di farsi baciare l’anello da due inermi ragazzini. Si corse ai ripari con la serrata dell’oratorio. Una spinta in più per don Giuseppe Grisa, che guida la chiesa del paese, da cui dipende il centro San Luigi Gonzaga, per accelerare la svolta tecnologica. Un piccolo opuscolo spedito alle famiglie spiega tutto quanto. Senza imbarazzo. Personalmente preferivo gli sberloni. Inquinavano meno rendevano di più in termini di redenzione…

Marco Pirola

 

 

: «Siamo ormai nel terzo millennio – scrive – e la tecnologia entra ogni giorno nelle nostre case. Ormai usiamo pc e smartphone con disinvoltura per collegarci a Internet: da oggi lo useremo anche per iscriverci alle varie proposte della parrocchia e dell’oratorio». Già, ma l’accesso all’oratorio sarà solo per gli iscritti: un profilo, un codice e una password per tutti. La registrazione e la scheda di silicio che segnala l’ingresso ai tornelli virtuali. Chi non è conosciuto e iscritto, come i vandali dello scorso anno, non potrà accedere. E se questo, comunque, non mette al riparo i bambini dalle vessazioni dei compagni regolarmente registrari sul portale, le famiglie comunque l’hanno presa bene. Comodo, ma soprattutto sicuro, il nuovo sistema ha raccolto infatti il plauso della maggioranza dei genitori, gli stessi che lo scorso anno avevano sonoramente protestato perché più di un ragazzo era tornato a casa spaventato e con qualche soldo in meno nello zaino, dopo le attività dell’oratorio estivo.

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