Vince, nonostante il Pd. Per Pippo Civati è praticamente una regola. Ieri il candidato monzese alla segreteria nazionale del Partito democratico era a Monza per votare nel suo circolo, in viale Libertà. Dove, appunto, ha vinto per 19 voti contro gli 11 di Matteo Renzi e i 5 rimediati da Gianni Cuperlo. A San Fruttuoso ha “sbancato” con 26 contro i 7 di Renzi e i 6 di Cuperlo. Per carità, sono due circoli, ma se la tendenza è questa, la Brianza alla chiamata per la “selezione” tra i quattro candidati alla guida del partito, sta rispondendo secondo le previsioni. Che sono un po’ diverse da quelle in cui invece confida l’establishment brianzolo, tutto schierato con l’uomo di Massimo D’Alema. Gigi Ponti, Enrico Brambilla, la deputata biassonese Alessia Mosca, il sindaco di Monza Roberto Scanagatti e pure il giovane neo segretario provinciale, Pietro Virtuani hanno scelto la linea dettata del partito.
Non è una novità. Oggi, però, sarà un primo e “ufficioso” D-day per il deputato e candidato monzese che alle scorse regionali era stato il più votato in assoluto in Brianza. La vera sfida sarà infatti quella delle primarie vere e proprie. “È stata una competizione un po’ folle – racconta Civati – per me comunque se la sfida si chiude con un risultato superiore al 5 per cento, sarà un successo. Ha un valore più politico che statistico ed è un’indicazione per il futuro”. Qui, a sostenerlo, ci sono soprattutto i giovani. Oltre a Lucrezia Ricchiuti e Mimmo Guerriero, quest’ultimo presente ieri al circolo di viale Libertà per la presentazione della mozione. Il “gruppo” parlamentare di Pippo Civati, oltre alla Ricchiuti, comprende una manciata di fedelissimi: “Siamo in 15, tutti con specializzazioni forti. Certo non sono i numeri di Cuperlo, che ha dietro tutto il partito e nemmeno di Renzi che ne ha preso un pezzo”.
Pippo è però soddisfatto, anche dove la competizione è più difficile. Come al Sud: “In alcuni circoli abbiamo preso 37 voti contro i mille di altri candidati, ma va bene comunque. È un inizio. La cosa che emoziona è vedere tante persone che si sono messe a disposizione, senza chiedere nulla. Non sono riuscito a pagare nessuno dei volontari che ci hanno dato una mano”. E così tra un passaggio in auto, un viaggio in treno come ai tempi del camper, Pippo ha visitato in lungo e in largo la Penisola. In tutto ha totalizzato circa 500 appuntamenti: “Ci sono posti che secondo i miei amici, mi invento io. Invece sono tutti veri. Ci sono talenti in Italia che non vengono valorizzati. La mia mozione racconta soprattutto questo Paese, lontano dall’aggressività, la chiacchiera e tutto quello che caratterizza spesso la politica”.
Chiacchiere che lo vedono, nonostante, i suoi 38 anni suonati ancora un ragazzo: “I veri giovani sono quelli che oggi hanno vent’anni – dice – Io lo dico sempre. Mia figlia ha un anno e non mi voterà mai. Questo la dice lunga”. Nell’attesa dei risultati, Pippo si dedicherà alla bambina che ieri lo ha tenuto lontano dalla politica per qualche ora a causa della febbre. “Sono molto orgoglioso del lavoro che stiamo facendo. E anche di essere il primo lombardo candidato alla segreteria nazionale del Pd. L’unica cosa che spiace è che quando dico Monza, nel resto d’Italia, mi rispondono: vicino ad Arcore…”.