Brianza e cocaina. In un capannone di via Magellano a Concorezzo la cocaina spacciata da personaggi legati alla N’drangheta. Risulta dalle indagini dei carabinieri dei Ros di Milano che hanno arrestato con l’accusa di traffico di droga 13 persone (tra cui personaggi ritenuti legati alle famiglie Mancuso, Barbaro – Papalia e Ursino – Macrì) in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare chiesta dalla Procura della Dia di Milano ed emessa. Brianzoli anche alcuni degli arrestati. Rosario Britti, 64 anni e Riccardo Colosimo, 39 anni a Bernareggio, Antonino Guarnaccia, 43 anni, a Brugherio Giovannino Verre, 41 anni e a Vimercate Gabriele Bonaldi, 52 anni, ora agli arresti domiciliari.
Le indagini dell’Arma sono iniziate nel 2009 “a seguito del monitoraggio di alcuni gruppi criminali che potenzialmente avrebbero potuto colmare il “vuoto di potere” che si era creato dopo i 300 arresti dell’operazione ‘Infinito’ che ha portato ad una cinquantina di arresti in Brianza. Tra questi vi era “il sodalizio capeggiato da Salvatore Mancuso, sul cui conto le indagini lasciavano pochi dubbi circa il suo diretto coinvolgimento in attività illecite”.
Ma nel 2010 le intercettazioni e gli appostamenti nei confronti di Salvatore Mancuso, 43 anni, residente a Giussano già condannato dal Tribunale di Monza per armi, usura e droga, si sono interrotte per il suo arresto per estorsione voluto dalla Procura di Catanzaro. In compagnia di Mancuso gli inquirenti hanno trovato Antonio Muià, ritenuto inserito a cavallo tra il 1970 e il 1980 in un’organizzazione di n’drangheta specializzata nei sequestri di persona a scopo di estorsione in Lombardia (i cui proventi venivano investiti nel traffico di droga) per cui ha scontato 30 anni di reclusione uscendo dal carcere nel 2004. Tra i soggetti in contatto con Muià per le forniture di cocaina, secondo il pubblico ministero, c’era Rosario Britti, che a sua volta avrebbe ceduto la droga agli altri personaggi brianzoli ritenuti spacciatori al dettaglio.