Brianza: Gli artigiani? La metà è pronta ad emigrare

artigianato

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Sempre più pronti ad emigrare e se non lo fanno è perché non ne hanno la possibilità. È quanto emerge da un sondaggio effettuato su un campione di 300 artigiani dall’Unione Artigiani di Monza e Brianza. L’obiettivo estero si fa sempre più diffuso, tanto che se la scorsa estate era solo il 3 per cento a dichiararsi convinto di lasciare l’Italia, oggi il campione è aumentato di ben 8 punti. A colmare la distanza dalla metà degli artigiani è proprio quel 43,37% che lascerebbe immediatamente il Paese se solo ne avesse la possibilità. Il dato diventa anche più sconfortante se si pensa che ben il 44,99% del campione dichiara che il 2014 sarà un anno ancora una volta buio. Poche speranze, ma soprattutto pochi segnali positivi per il lavoro soprattutto quello autonomo. Persino Expo 2015 non rappresenta per gli intervistati un faro di luce: secondo il 59,22% non farà alcuna differenza, mentre un quarto soltanto spera di poter concludere buoni affari durante l’anno dell’esposizione universale. Anche sul fronte occupazione si conferma il trend: se il 69,21% ritiene che non modificherà lo stato dei dipendenti, il 29,11 si è detto costretto a diminuire.

“A fronte di questa situazione – spiega il segretario generale, Marco Accornero – aumenta la voglia di emigrare. Oltre il quaranta per cento se ne andrebbe all’estero se solo potesse, mentre un sensazionale otto per cento si dice certo di faro. Solo il 35,21% resterà in Italia suo malgrado, mentre soltanto il 13% è convinto di rimanere nel Belpaese. Sono numeri che fanno riflettere e preoccupare”. Ma quale la soluzione secondo gli artigiani? Lo spiega il presidente dell’Unione artigiani di Monza e Brianza, Walter Mariani: “Il vento dell’antipolitica purtroppo cresce e ben il 58,77% di chi ha risposto al nostro sondaggio punta il dito contro la politica che non risolve nulla. Insomma, non c’è più tempo da perdere, occorrono misure concrete ed urgenti. In queste condizioni, non solo la ripresa resterà un miraggio, ma potrebbe accentuarsi ancora di più la crisi”.

E i dati parlano anche di fiducia. Che non c’è. Se la cava Regione Lombardia in cui ha fiducia il 44,72% degli intervistati, mentre i Comuni toccano solo il 26,57%, ancor meno la Provincia al 10,43, quasi parimerito con l’Europa al 10,17. Ultimo, lo Stato: l’8,11 per cento.

 

 

 

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