Brianza, giovani e slot…è un azzardo. La maggior parte dei giovani non considera le slot machine un gioco d’azzardo o un vizio. A dirlo è un sondaggio effettuato da Spazio giovani Lissone, dal titolo “Full immersion – non giochiamoci la vita”, fra gli studenti degli istituti superiori della Brianza presentato oggi all’Urban center di Monza. In tutto sono state sondate 23 classi del terzo e quarto anno, intervistando più di 500 studenti e analizzando 463 questionari a risposta multipla. La fotografia che ne esce è, almeno, preoccupante. Solo il 26,7% degli intervistati, infatti, ha dimostrato di percepire la pericolosità del gioco. Spazio Giovani è partito dal fatto che in Itali,a ad oggi, non è stimabile la dimensione del fenomeno del gioco d’azzardo tra i giovani in particolare tra i 15 e i 21 anni. Per questo il campione è stato interpellato in un’ottica educativa e preventiva ma anche rispetto ala percezione culturale che gli studenti hanno sul gioco d’azzardo e sui prodotti che il mercato mette a disposizione. Spazio Giovani è partito dal fatto che in Italia, ad oggi, non è stimabile la dimensione del fenomeno del gioco d’azzardo tra i giovani in particolare tra i 15 e i 21 anni. Per questo il campione è stato interpellato in un’ottica educativa e preventiva, ma anche rispetto ala percezione culturale che gli studenti hanno sul gioco d’azzardo e sui prodotti che il mercato mette a disposizione. Alla domanda se ritengano il gioco d’azzardo uno svago, un vizio o una malattia è risultato che il 70% dei maschi maggiorenni lo considerano un vizio, mentre il 40% una malattia. “Quasi nessuno – spiega Anna Biffi, coordinatrice del progetto di Spazio giovani – considera il gratta e vinci un gioco d’azzardo e fra i tipi di gioco proposti il Casinò”.
Secondo i risultati del sondaggio oltre il 45% dei ragazzi segnala una frequentazione con il gioco da parte di amici più di una volta alla settimana. I luoghi di gioco preferiti dagli studenti sono tabaccherie, edicole e rivendite di vario tipo (41,7%). In evidenza anche il dato sulle scommesse che interessa più del 20% del campione. Tra chi dichiara di giocare risulta che oltre il 15% gioca da tutti i giorni a 1 o 2 volte alla settimana. Un comportamento a rischio. Il 4% degli studenti che giocano spende fino a 30 euro al mese e lo 0,9% anche di più. Circa 13 studenti su 230 hanno utilizzato soldi destinati al pranzo, all’autobus o ad altri bisogni per giocare. Di questi l’8,5% sono maschi minorenni. è quello maggiormente identificato con l’azzardo (8,8%), più delle slot machine (5,7%) più dei giochi in sale gioco. Questo dato accresce il pericolo di agire comportamenti scorretti, proprio perchè più lontana la percezione del potenziale pericolo. Considerato il target, va segnalato il dato delle scommesse in case private o sale scommesse che si avvicina al dato delle slot e supera quello del gioco on line”.
Un dato che diventa anche più disastroso se esaminato dall’osservatorio di Asl dove esiste un servizio di supporto per la dipendenza da gioco: “Le persone con dipendenza da gioco che si rivolgono al nostro servizio – spiega Maurizio Resentini, direttore del Dipartimento Dipendenze Asl Mb – sono ancora poche rispetto al numero generale di chi soffre di altre dipendenze. L’anno scorso abbiamo seguito 180 soggetti che avevano una dipendenza pura da gioco d’azzardo contro i circa 3500 con altre dipendenze che avevamo in carico. Il gioco d’azzardo non è una scoperta di oggi. Quello che è cambiato sono i nuovi giochi diffusi ovunque e il massiccio martellare sui mezzi di comunicazione del gioco d’azzardo lecito. L’estrema disponibilità favorisce l’afflusso sempre maggiore di nuovi giocatori. I soggetti che si rivolgono alla Asl di solito sono persone che si sono rovinate con le slot machine, pochi con i giochi online e qualcuno che si è rovinato con il vecchio casinò. La fascia d’età più rappresentativa è quella intorno ai 45 anni”.
Alla presentazione c’era anche l’associazione No Slot che raggruppa anche tabaccai che si sono rifiutati di installare le macchinette nei propri locali: ” Da quando l’offerta di gioco con denaro si presenta in ogni luogo di incontro o di scambio, di commercio, come tabaccherie o bar, il gioco è diventato a volte, la fonte primaria di guadagno di quell’esercizio commerciale e il problema è esploso – precisa Marco Diotti – E’ una spirale che coinvolge tutti. La prevenzione in questo caso dovrebbe dare ai ragazzi gli strumenti per essere tecnologicamente consapevoli di quanto stanno facendo. Dall’altra parte va arginata l’eccessiva offerta. Bisogna scardinare l’offerta non solo dal punto di vista spaziale ma anche temporale. Non si può giocare 24 ore su 24 in ogni luogo. Con un attività di contenimento anche l’attività di prevenzione può risultare più efficace”.