Brianza, con false fatture frode fiscale milionaria

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Brianza, con false fatture frode fiscale milionaria. La Guardia di Finanza di Milano su ordine del magistrato del Tribunale di Monza, hanno sequestrato beni per circa 4,5 milioni di euro al titolare di una conosciutissima società di produzione di mobili di Misinto. L’indagine delle Fiamme Gialle ha ricostruito i flussi di denaro frutto di un’ingente frode fiscale. I soldi erano nascosti all’estero e poi ripuliti con investimenti “legali” in beni e società in Italia.

LE INDAGINI DELLA GDF DELLA BRIANZA – L’attuale sequestro trova ragione per un’indagine del 2013 quando i finanzieri della Tenenza di Seveso hanno denunciato alla Procura  della Repubblica di Monza il titolare di una nota società di produzione di mobili di Misinto, in Brianza, per una grossa evasione fiscale. Attraverso fatture false di società estere, l’imprenditore aveva fatto uscire un autentico fiume di denaro, oltre 20 milioni di euro. Denaro finito su conti esteri e sottratti al Fisco italiano.  Nel giugno 2013 erano stati sequestrati beni dell’imputato per circa 5 milioni di euro. Il processo si era concluso davanti ai giudici del Tribunale di Monza con il patteggiamento della pena da parte dell’imprenditore della Brianza, condannato per evasione fiscale ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e costretto a versare nelle casse dell’Erario l’intera somma. I finanzieri si sono messi ad indagare sui flussi finanziari verso società e conti esteri, per far luce sulla destinazione finale del denaro. Seguendo un vorticoso giro di bonifici oltreconfine (soprattutto con la Svizzera) e di fatture è stato svelato un complesso meccanismo di riciclaggio di denaro, grazie al quale i soldi evasi sono ritornati in Italia, investiti in una società “ufficialmente” pulita?, ma nella realtà risultata nella disponibilità dell’imprenditore della Brianza.

I FONDI NERILe indagini hanno permesso di appurare che l`imprenditore avrebbe utilizzato false fatture emesse da società di diritto estero a fronte di consulenze fittizie, al fine di evadere le imposte in Italia e di crearsi ingenti fondi neri all`estero.

IL FACCENDIERE SVIZZERO – Il nome del legale rappresentante della società brianzola finita sotto inchiesta era emerso nell`ambito di un`indagine condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano e della Procura milanese che, nell`ottobre 2010, aveva portato in carcere un faccendiere svizzero, Giovanni Guastalla, tre suoi collaboratori ed un funzionario di un istituto elvetico, accusati di riciclaggio all`estero di somme di denaro provento di reati quali l`evasione fiscale e l`appropriazione indebita.

LA LISTA DEGLI IMPRENDITORI EVASORI – L`inchiesta ha consentito di individuare una lista di oltre duecentottanta imprenditori ed aziende – la cosiddetta “lista Guastalla” – che si sono avvalsi dell`illecita opera del faccendiere svizzero e dei suoi complici, per la creazione di ingenti fondi neri all`estero, specialmente in Svizzera.

LA SOCIETA ‘ DELLA BRIANZA – La società di Misinto, presente nella “lista Guastalla”, è stata quindi segnalata alla Procura della Repubblica di Monza che aveva subito avviato le indagini. Tra i beni sequestrati, anche la villa dell`imprenditore, le sue quote societarie ed i conti correnti aperti presso diversi istituti bancari.

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