Brianza, il destino della Provincia è questione di giorni. Sì, perché la Provincia “inutile” rischia di tornare ad elezioni e rinnovarsi. In barba al Ddl che porta il nome dell’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. I tempi sono strettissimi: entro fine marzo. Come a dire, 6 giorni di tempo per impedire che si arrivi all‘indizione dei comizi elettorali. Di certo c’è soltanto che oggi, alla prova parlamentare, il Governo di Matteo Renzi, è andato sotto ben due volte. Il ché non depone benissimo sull’annunciata abolizione – per così dire – degli Enti provinciali. In realtà il Ddl Delrio, più che abolire, modifica la situazione attuale. Niente più assessori, giunta e consiglieri, ma una sorta di assemblea territoriale di secondo livello di cui però non sono ancora chiarissime le competenze effettive. Delrio ha annunciato un risparmio di 2 miliardi di euro, secondo la Corte dei Conti, invece, sarebbero soltanto 35 milioni quelli che resterebbero in cassa. Sia come sia, però, era stato proprio Matteo Renzi ad annunciare nel suo discorso inaugurale la volontà di non arrivare ai rinnovi delle Province che quest’anno andrebbero al voto. Monza e Brianza compresa. Essendo infatti stato eletto cinque anni fa, il “parlamentino” provinciale brianzolo dovrebbe, secondo prassi, tornare alle urne. E rischia, a questo punto, di arrivarci davvero il 25 maggio insieme ai Comuni e alle elezioni europee. A meno che Renzi non imponga davvero la sua volontà e – dettaglio non trascurabile – i suoi lo seguano. In ballo non c’è soltanto, ovviamente, la Brianza, ma ben 52 Consigli provinciali e 21 Enti che nel frattempo erano già stati commissariati.