Brianza, i 60 anni dell’Autobianchi di Desio

 

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Brianza, i 60 anni dell’Autobianchi di Desio. Ma anche i 40 anni del primo Fantozzi che rese celebre la “Bianchina” l’auto di punta dello stabilimento della Brianza. Che resta oggi della celebre fabbrica di automobili nata da una costola della Fiat? Lo scheletro di una torre, qualche capannone e tante polemiche, ma soprattutto il silenzio di una giunta che poteva prendere al volo l’occasione per un rilancio d’immagine di una città come Desio soffocata da una crisi che è non solo della Brianza.

LA STORIA – E’ l’11 gennaio del 1955. L’Autobianchi nasce nel 1955 dall’idea di Ferruccio Quintavalle, direttore generale della “F.I.V. Edoardo Bianchi”, di iniziare una nuova produzione automobilistica e di coinvolgere nell’operazione commerciale Fiat e Pirelli. La Bianchi rientrava così nell’industria dell’auto dopo la produzione di veicoli militari destinati alla guerra, la Fiat allargava il suo bacino di utenza potendo sperimentare nuove soluzioni e la Pirelli si garantiva una fetta di mercato con la fornitura di pneumatici. L’11 gennaio 1955 viene fondata ufficialmente la nuova società Autobianchi con un capitale iniziale di tre milioni di lire.

LA CHIUSURA – L’Autobianchi nel 1968 passa sotto l’influenza Fiat, continuando a produrre auto fino al 1995, data di chiusura definitiva dello stabilimento di Desio.

L’AUTO DI PUNTA DELLO STABILIMENTO DI DESIO –  Era la “Bianchina”, che utilizzava gli organi meccanici della 500. Le “Bianchina”, meglio rifinite e con una carrozzeria più slanciata ed elegante, furono presentate come le “500 fuoriserie di serie” o come le “500 gioiello” (‘la piccola vettura di gran classe’, slogan 1958).

FANTOZZI – La stessa auto resa celebre dal film interpretato da Paolo Villaggio. Film di cui in questi giorni ricorre il 40esimo anniversario della prima.

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