Due patteggiamenti per i pirati della strada che il 22 marzo scorso hanno ucciso il 14enne di Villasanta
Bonavita, un accordo che fa gridare allo scandalo. Uccide un ragazzo in auto. Non si ferma per i soccorsi, dopo due mesi aveva già indietro la patente. E ora vuole patteggiare. Con l’accusa ha già trovato un accordo per una pena a 24 mesi senza dover pagare risarcimento. Senza andare in galera, senza pagare un euro. Come se niente fosse. L’altro coimputato è sulla sua stessa strada: 22 mesi. Un ragazzo di 14 anni morto e la mamma dopo un anno ancora in ospedale. Due patteggiamenti senza risarcimento dei danni. Per mettere la parola fine alla morte di Elio Bonavita, il quattordicenne di Villasanta ucciso il 22 marzo 2015 in un incidente stradale in viale Brianza a Monza. L’accusa e la difesa si sono accordati sull’entità della pena ora starà al giudice delle Indagini preliminari di Monza stabilire se gli anni concordati sono congrui.
BONAVITA: IL PROCESSO – Giuseppe Colombi, quarantenne conducente della Audi Q5 (imputato, oltre che di omicidio e lesioni colpose, anche di omissione di soccorso) e Giovanni Lorefice, 40 anni residente a Triuggio conducente della Range Rover Evoque coinvolta nel sinistro, hanno concordato la pena con la Procura di Monza. Colombi 24 mesi e Lorefice 22 mesi
BONAVITA: L’INCIDENTE – Domenica 22 marzo. Domenica mattina. Il quattordicenne di Villasanta, appassionato di calcio era diretto alla Dominante per una partita, accompagnato in auto dalla mamma Nunzia Minichini, 40 anni, che è tutt’ora ricoverata all’ospedale milanese di Niguarda. Secondo la perizia tecnica fatta svolgere dal magistrati sulla dinamica del tragico scontro, il conducente della Audi Q5 non avrebbe rispettato il segnale di dare precedenza immettendosi su viale Brianza e avrebbe tagliato la strada alla Range Rover Evoque che stava sopraggiungendo, inducendo il conducente (che viaggiava a quasi 120 chilometri orari) ad invadere la corsia opposta dove, ferma al semaforo nella direzione opposta, era stata investita violentamente la piccola Citroen C1 su cui viaggiavano Elio e la mamma. Giuseppe Colombi si era allontanato dopo avere provocato l’incidente e ha ammesso, costituendosi alla Polizia locale di Monza il giorno dopo la tragedia, di essere stato lui alla guida della monovolume, ma di essersi allontanato perché non si e’ accorto di nulla in quanto sofferente di attacchi di panico a causa di un incidente avuto in passato causato da un auto pirata. Il padre, la madre, il fratello minore e i tre nonni di Elio si sono costituiti parti civili all’udienza preliminare davanti al giudice del Tribunale di Monza Giovanni Gerosa dove il loro difensore ha chiesto che vengano chiamate a processo come responsabili civili le società di assicurazioni delle auto coinvolte, che non hanno ancora provveduto a pagare alcun risarcimento dei danni. “Non mi interessano i soldi – ha pero’ commentato Corrado Bonavita, padre di Elio – ma voglio giustizia per la morte di mio figlio. E’ inconcepibile che i due imputati possano patteggiare la pena e che, quantomeno il conducente della Q5 che io sappia, abbia avuto indietro la patente dopo 2 mesi dall’incidente”. Il giudice ha accolto la richiesta della parte civile rinviando l’udienza al 15 giugno.
Marco Pirola