Bansky a Monza: il futuro a colpi di bomboletta

bansky a monza

Bansky a Monza. Prima di scrivere le considerazioni all’uscita della mostra che per alcuni non solo altro che mie “cazzate” personali, bisogna accontentare il motore di ricerca di Google. Bastardo quest’ultimo che se non scrivi le parole giuste ti fa finire l’articolo nel limbo del web. Allora diamoci da fare. Bansky lo abbiamo già detto. In Villa Reale lo diciamo ora. Dal 30 giugno al 5 novembre, l’occasione. La mostra del re degli artisti della street art, il motivo della visita. Dato da mangiare all’algoritmo ora possiamo concentrarci su uno degli avvenimenti culturali più interessanti degli ultimi anni.

Banksy a Monza, mistero e nobiltà

Uno dei motivi principali per cui vale la pena andarci, è il contrasto. La contrapposizione data dall’evoluzione del tempo. Un artista di strada, un povero e squattrinato (così lo vuole la mitologia classica), che espone le sue opere diventate con il passare degli anni milionarie. La dimora reale conosciuta da tutti con il misterioso e famoso artista inglese. Miseria e nobiltà. Anche se per anni parlando di Villa Reale si è fatto fatica a distinguere le due cose. Due mondi contrapposti che coabiteranno dal 30 giugno al 5 novembre nelle stanze che furono dei Savoia sicuramente, ma anche tutto sommato di Gaetano Bresci. L’anarchico che con il suo gesto legò il suo destino a Monza e alla monarchia. Direte che centrano Gaetano Bresci con un artista misterioso di cui nemmeno si conosce l’identità certa? Dopo gli spari nei dintorni della Villa, ora arriva lui. Tutte e due in un certo senso hanno fatto della provocazione uno “strumento di lavoro e di pubblicità”.

Bansky a Monza, le opere

Dal 30 giugno al 5 novembre sarà possibile visitare negli spazi del Serrone della Villa Reale, la mostra “Banksy: painting walls”. Un progetto espositivo composto da 70 opere e per la prima volta in Italia nei saloni dell’Orangerie si potranno ammirare tre porzioni di muri originali dell’artista di Bristol, salvati da demolizioni e vandalismi.

La provocazione

La sua vera identità rimane ancora sconosciuta, ma le sue opere sono ormai diventate famose in tutto il mondo. Opere spesso a sfondo satirico e provocatorio. Interpretano le problematiche e le tensioni che attraversano le nostra società attuale. I suoi murales di critica sociale e politica, raccontano di guerre, crisi ambientali, disuguaglianze e ingiustizie. Una vera e propria arte di strada, usufruibile e visibile da tutti, che non lascia mai indifferenti, che colpisce nel profondo e fa riflettere. L’ artista britannico con i suoi writers dallo stile immediato e sferzante allo stesso tempo, con il suo linguaggio fresco da artista di strada, induce tutti, per un attimo a fermarsi e a pensare.

Bansky a Monza, la ragazza con il palloncino

La giovinezza che fugge via come il palloncino che scappa di mano alla ragazzina. Tra le sue opere più famose ed iconiche non possiamo certamente dimenticare “Girl with balloon”, la bimba che lascia andare un palloncino a forma di cuore, dipinto nel 2002 sulla facciata di un negozio di Londra. Vorrei tanto essere nei panni di quel commerciante che è passato in poco tempo dall’anonima periferia arrugginita di una metropoli alle case d’asta più importanti del mondo. E tutto per una saracinesca colorata con lo spray. The “flower thrower”, il lanciatore di fiori che raffigura un manifestante a volto coperto mentre sta per lanciare un mazzo di fiori, per la prima volta disegnato nel 2005 a Gerusalemme sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi. Battute a parte, considero Bansky una delle espressioni di arte contemporanea più interessanti degli ultimi 20 anni. Mistero, provocazione, genialità. C’è tutto a Monza. Un’ occasione da non perdere per poter ammirare da vicino le opere dell’artista di Bristol e farsi trascinare nel suo immaginario provocatorio, dissacrante e fuori dagli schemi.

La rivelazione…

Il futuro a colpi di bomboletta. In un’ epoca in cui tutti tentano di essere belli, famosi e possibilmente il formosi, lui rimane nell’anonimato più assoluto. Un po’ come certi “coglioni” che stanno tutto il giorno su Tik Tok e postano nella speranza di essere notati. L’assenza batte la presenza. certo non c’era bisogno del personaggio per capirlo essendo passati prima di lui Mina e Battisti, ma Bansky li supera di slancio con le sue provocazioni a colpi di bomboletta spray.

Andrea Arbizzoni 

Commenti

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here