Bancomat rubato: spese folli ai danni pensionato

Infermiere ruba bancomat a pensionato di 90 anni e spende 8mila euro

Bancomat rubato: infermiere truffa pensionato di Concorezzo. Furto ed indebito utilizzo di un bancomat. Queste le accuse mosse ad un infermiere che aveva indebitamente utilizzato la tessera magnetica di un pensionato di 90 anni ricoverato in una casa di risposo della Brianza. Un ennesimo episodio che coinvolge anziani indifesi.

Bancomat rubato: il fatto

I carabinieri della Stazione di Lissone hanno dato esecuzione ad una perquisizione domiciliare delegata dal magistrato del Tribunale di Monza. L’accusato è un 45enne originario di Concorezzo, di professione infermiere professionale. L’uomo è ritenuto responsabile del furto e dell’indebito utilizzo della tessera bancomat di un ospite 90enne della casa di riposo nella quale prestava la propria opera. Le indagini erano partite quando il figlio dell’anziano si era rivolto ai militari dell’Arma di Lissone, dopo aver constatato un ammanco di denaro dal conto corrente del padre. Chieste spiegazioni alla banca i documenti ricevuti dall’istituto di credito hanno permesso all’uomo di ricostruire nel dettaglio una serie di acquisti e pagamenti anomali. In tutto spese per un totale di 8mila euro. Si tratta di spese effettuate per acquisti presso negozi di elettronica e di abbigliamento, nonché per pagamenti di spostamenti in taxi e consumazioni presso locali notturni del capoluogo. Acquisti che il padre non avrebbe potuto fare vista la condizione di ricoverato in una casa di riposo.

Bancomat rubato: la perquisizione

Nel corso della perquisizione dei carabinieri sono stati sequestrati un computer portatile e diversi capi d’abbigliamento griffati, acquistati mediante l’utilizzo del bancomat sottratto, nonché un ricettario del Servizio Sanitario Nazionale, pure questo rubato, ed il timbro di un professionista sanitario milanese, sul quale sono in corso accertamenti per vedere il suo coinvolgimento. L’infermiere infedele non era nuovo a questo tipo di condotte, infatti già nel 2009, nel 2011 e nel 2014 era stato denunciato per analoghi fatti commessi presso altre strutture di assistenza, ma aveva continuato a svolgere le sue funzioni nella casa di riposo.

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