Monza ballottaggio: lite nella Civica che appoggia Allevi

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Se ne vanno sette candidati di “Monza con Maffè” contrari alle alleanze

Monza ballottaggio, il rush finale per conquistare l’ultimo voto si carica di tensione. Il caffè del candidato ciellino Pierfranco Maffè è sempre più amaro. Presentatosi come indipendente ed alternativo, è finito per abbracciare tesi e situazioni che in campagna elettorale aveva combattuto. Ora la rottura di parte della sua Lista Civica. Che poi è il fallimento del progetto di Lista moderata di centro che era riuscito a raccogliere attorno alla figura del medico del San Gerardo un 5% dei consensi. Un po’ meno la Lista (4,3%). Maffè perde i pezzi. Malumori da una parte e la rottura. Dall’altra la forza delle preferenze e delle poltrone. Calcoli elettorali ed il progetto civico è durato lo spazio di un mese. Come una falena ha brillato una notte sola.

Monza ballottaggio: la rottura

Maffè è un leader “dimezzato”. Un po’ come il visconte nel romanzo di Italo Calvino. I sette candidati sono Claudio Consonni, Adriano Corioni, Eliana Caglioti, Francesco Boscarino, Dainiela Greco, Paola Antonelli, Barbara Palma. Tante cose contestano. Soprattutto una. La decisione di Pierfranco Maffè di apparentarsi al secondo turno con il candidato di Forza Italia. Abbandonando di fatto un raggruppamento indipendente ancora in culla. Calcoli di poltrona. Per l’ex candidato sindaco quella di assessore ai Servizi Sociali (o alla famiglia come si chiamerà). E la sicurezza di portare in aula due consiglieri (Marco Monguzzi e Anna Martinetti) che altrimenti sarebbero rimasti fuori. Ma anche una certa insofferenza (pure di Maffè) con l’altra Lista (Io Cambio) partita già da posizioni estremiste e situazioni “imbarazzanti” finite in Procura.

Monza ballottaggio: la lettera

C’E’ CHI DICE NO

Lettera aperta agli elettori di “Monza con Maffè”

Abbiamo appreso dai giornali, dell’avvenuto apparentamento di Pierfranco Maffé con la coalizione capeggiata da Dario Allevi. La cosa ci amareggia. Al di là delle modalità usate nella scelta (nessuna riunione con i candidati, nessun confronto di valutazione con i simpatizzanti), la decisione assunta ha tradito quello stesso spirito al quale molti si erano ispirati per impegnarsi in questa nuova avventura.

Monza ballottaggio: il progetto tradito

Un progetto politico che sapevamo avrebbe incontrato resistenze e fatiche non indifferenti. Ma nello stesso tempo sapevamo anche che il valore dell’autonomia decisionale legata a quella del territorio, pretendeva da parte nostra una leale disponibilità a sacrificare ogni personale ambizione. Molti sono stati i tentativi di soffocare il nascere della lista civica che sosteneva Maffè. L’orgoglio e la convinzione di svolgere con onore un ruolo di testimonianza civica, aveva dato la forza a tutti noi di non indietreggiare. Ci siamo fidati ed abbiamo sbagliato. Evidentemente qualcuno, in mala fede, perseguiva altri obiettivi.

Monza ballottaggio: le speranze deluse

Con questa assurda decisione, è stata sacrificata quella coerenza, più volte citata dallo stesso candidato sindaco in campagna elettorale che avrebbe preteso la scelta di non sottoscrivere alcun apparentamento con nessuno dei due schieramenti. È stato tradito, per discutibili logiche ispirate all’ottenimento di poltrone, quel desiderio genuino – che ci aveva uniti – di essere persone in grado di testimoniare con umiltà il loro coerente impegno civico. L’aderire ad un progetto ed impegnarsi con altri nel perseguire un obiettivo di autonomia ed indipendenza rispetto a certe discutibili logiche imposte dall’alto, non può essere un qualcosa da fare solo parzialmente. Non può essere una breve parentesi preparatoria ed ingannevole, finalizzata alla ricerca di qualche convenienza da sfruttare (poltrone con relative indennità economiche). Se così fosse sarebbe rovinosamente triste e deplorevole.

Monza ballottaggio: l’alleanza assurda

Il risultato raggiunto al primo turno dalla lista “Monza con Maffè” è stato un ottimo risultato per il modo con il quale si è materializzato. Maffè sarebbe entrato in Consiglio Comunale ed avrebbe potuto svolgere, in modo trasparente un serio lavoro di opposizione costruttiva indipendentemente da chi fosse diventato Sindaco. Con questo assurdo apparentamento, si è invece zittito da solo ed andrà al traino di chi lo ha imbarcato per convenienza e non certo per convinzione e rispetto.

Monza ballottaggio: per una poltrona in più

Non riportiamo qui, per decenza, tutte le offese rivolte alla Lista civica da parte di quelle stesse persone che oggi, a seguito dell’apparentamento, esprimono giudizi di contenuto esattamente opposto. Per noi, ma fortunatamente per tanti altri, ci sono alcuni paletti irrinunciabili che danno ad una persona un valore di credibilità ed affidabilità. Avere il coraggio di mantenere la schiena diritta e la testa alta, anche in condizioni di estrema difficoltà, è uno di questi. Purtroppo qualcun altro, con il quale abbiamo condiviso questo breve percorso  politico ha ritenuto di fare scelte opposte. Ha preferito piegare  la schiena soccombendo a logiche ed ordini milanesi di partito non rispettosi del territorio. In parole semplici l’esatto contrario del motivo per il quale la Lista civica era nata. Lo stesso Maffè in campagna elettorale aveva più volte affermato pubblicamente : “La mia lista ha dato un segnale, stanchi del metodo di un territorio non protagonista delle scelte che lo riguardavano”. Ecco perché ci dissociamo dalla decisione presa da Maffè e dai suoi fedelissimi di abboccare all’amo dell’apparentamento.

Monza ballottaggio: le strade si dividono

Peccato, è stato sacrificato un bel lavoro di aggregazione di persone libere che aveva tutte le possibilità di espandersi in città. Per noi questa esperienza finisce qui e in questo momento.

Monza ballottaggio: il nostro voto

Non daremo alcuna indicazione di voto nel rispetto di quella coerenza che ci aveva spinto a  candidarci nella Lista civica Monza con Maffè.

CORIONI ADRIANO
CAGLIOTI ELIANA
CONSONNI CLAUDIO
BOSCARINO FRANCESCO
GRECO DANIELA
ANTONELLI PAOLA
PALMA BARBARA

Monza ballottaggio: la guerra di Pier

Pacato anche nelle situazioni più tese. Onnipresente come padre Pio. Calcolatore. Ora soprattutto uomo di partito. In cuor suo Piefranco Maffè avrebbe voluto una svolta diversa della vicenda. Ne siamo sicuri. Ma c’è un ma. In politica c’è sempre. Se all’inizio della campagna elettorale aveva ricevuto pressioni per rinunciare a guidare il progetto. Proposte di candidature a Camera e Senato ed altro. Aveva resistito alle sirene. Al secondo assalto alla baionetta ha dovuto però capitolare. Prendendo la scusa dello “sgarbo” di Renzi a Roma ad Alternativa Popolare. Ha fatto quello che da Milano gli hanno ordinato. Andare con il candidato di Forza Italia. Sul piatto, assessorato a parte, c’è dell’altro. In Regione Lombardia tra poco si vota e gli assessori del partito di Maffè rischiano il posto. La Lega che è al governo con loro è stata categorica. O con noi o contro di noi. Monza compresa. Ed ecco che il medico ha chinato la testa. Convinto di essere uscito da un incubo suo malgrado. E’ solo all’inizio. Il mondo cattolico da cui proviene, l’associazionismo a lui contiguo hanno fatto a Monza altre scelte. Come per il generale Badoglio: la guerra continua…

Marco Pirola

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