Anoressia un anno ad inseguire un’ombra. Una delle cose che ho compreso in questo ultimo anno è che mi sono sempre rifugiata all’interno della mia ombra per la paura di sentirmi inadeguata. Sbagliata e fuori posto. Mi sono ammalata all’età di 14 anni. Ero una piccola donna insicura. L’adolescenza è un periodo difficile e complicato per ogni ragazzo. Ci si stacca dal grembo materno e si inizia a percorrere la propria strada. È un momento delicato perché si vedono i primi cambiamenti. È un periodo di incertezze. Ma è anche quel periodo di spensieratezza. Quel periodo di ribellione e di amicizie. Quel periodo in cui inizi ad essere indipendente. Inizi a costruire e formare la tua persona. Inizi a capire chi sei e cosa vuoi. Io non mi sentivo all’altezza degli altri. A scuola non ero mai contenta dei miei risultati. E così come nella scuola in ogni ambito della mia vita. Mi sono rifugiata in me stessa. Mi sono isolata. Ho smesso di uscire e di fare amicizia.
Anoressia un anno
Ogni volta che parlavo con gli altri avevo sempre paura di dire cose inappropriate. Allora tacevo. Osservavo il mondo da lontano, come si osserva la pioggia da dietro il vetro della finestra. Non ho mai capito chi sono. Con il tempo mi sono ritrovata nella malattia. È diventata la mia migliore amica. Con lei mi sentivo protetta. Mi sentivo sicura. Mi faceva sentire forte. E allontanarmi da lei mi spaventava. Perché lei non mi lasciava mai, mi teneva sempre nel suo grembo. Così ho perso di vista la mia vita. Sono diventata apatica. Priva di emozioni e di sentimenti. Mi chiedevo e mi chiedo tutt’ora io chi sono senza la malattia?
Insensibilità
La risposta di prima era nessuno. Io non sono niente, sono solo un peso. La risposta che dò adesso è completamente diversa. Non so ancora esattamente chi sono ma lo voglio scoprire. So solo che io non sono l’anoressia e lei non mi definisce. Mi piace pensare che trovare Chiara, me stessa, sia come arrivare in una città nuova. All’inizio ci si sente persi. Non la si conosce. Non si sa dove andare e ci si perde. Ma pian piano ci si incomincia ad orientare, si iniziano a comprendere le tradizioni e le culture. Si inizia ad apprezzarla. La si scopre e la si fa propria. Sono sicura che giorno dopo giorno, passo dopo passo, caduta dopo caduta riuscirò a comprendere chi sono davvero. Riuscirò a provare emozioni di cui mi sono sempre privata.
Anoressia un anno e la rinascita
Oggi il sole lo vedo. Il sorriso, quello vero, è tornato sulle mie labbra. Oggi sono consapevole delle mie paure e sto imparando a combatterle. A volte cado, piango e faccio un passo indietro ma ho imparato ad alzarmi. Perché il percorso non è lineare. È difficile lottare con i propri mostri. Lasciare andare gli schemi. Guardarsi allo specchio e vedersi diversi. Ma quella diversità che osservo significa Vita. Sto imparando a volermi bene. Sto imparando ad amarmi. Sto imparando ad apprezzare i miei limiti ed i miei difetti. Sto imparando a riconoscere i miei pregi e i miei valori. Sto imparando ad allontanare i pensieri oscuri per lasciare spazio alla felicità. Perché io merito di essere felice. E io voglio essere felice. Ringrazio il mio corpo perché nonostante lo abbia maltrattato e odiato per tanto tempo non mi ha mai lasciata. Non mi ha mai abbandonata e mi ha sempre sostenuta, anche se stremato e senza forze. Ringrazio la mia famiglia, le mie amiche che mi hanno dato forza e mi hanno sempre sorretta. Ma soprattutto ringrazio me stessa per aver capito che il sole c’è ed ero io che non lo riuscivo a vedere. Grazie all’anoressia, al ricovero, alla sofferenza ho scoperto la bellezza collaterale nascosta nel buio più totale. Oggi più che mai sono convinta che guarire sia possibile. Che la vita tornerà a sorridere. E che la vita sia solo da amare.
Chiara Mariani