Il contributo eroico di Walter Bonatti da giovane ginnasta della Forti e Liberi di Monza
Anniversario della conquista del K2, quando l’Italia salì sulla vetta del mondo. Era il 31 luglio 1954. Tra i conquistatori c’era anche un monzese di adozione. Walter Bonatti sanguigno scalatore bergamasco. Il “re delle Alpi” ha iniziato la sua carriera sportiva proprio a Monza in viale Cesare Battisti come giovane ginnasta della Forti e Liberi. Non solo, ma è stato iscritto per anni alla gloriosa società alpinistica monzese “Pell e Oss“. Con il monzese Camillo Barzaghi ha tentato di scalare una parte “impossibile” del monte Bianco. Monza gli ha dedicato una piazza e una scuola.
Anniversario: la vicenda
E’ ill 31 luglio 1954. L’Italia conquista la vetta del K2, nel Karakorum. Sono in quattro. Anche se per anni l’onore venne attribuito ignobilmente solo ad Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. Due dei componenti della spedizione guidata da Ardito Desio. Il grande successo della scalata è ottenuto grazie al determinante ed eroico contributo di Walter Bonatti e della guida pakistana Amir Mahdi. Questi ultimi, affrontando il rischio della morte in un forzato bivacco notturno a oltre 8.100 metri, riescono a portare le bombole d’ossigeno essenziali al successo della missione. Senza di loro Lacedelli e Compagnoni sarebbero dovuti tornare indietro. E forse morti. Una notte terribile passata abbracciati per evitare il congelamento a temperature sotto le zero impossibili. Ma il comandante Ardito Desio non ha mai potuto digerire quel giovane scalatore irrequieto e ribelle. Lo punisce attribuendo la riuscita dell’impresa solo a Lacedelli e Compagnoni.
Anniversario: la conquista del K2
La notizia della vittoria giunge in Italia tre giorni dopo. Viene accolta con grande entusiasmo dalla popolazione come simbolo della rinascita del Paese nel dopoguerra. Il K2 diventa per tutto il mondo la montagna degli italiani. Un riconoscimento tardivo per Walter Bonatti. Arrivato decenni dopo di polemiche feroci sull’ingratitudine e sulla propaganda in Italia che voleva a tutti i costi solo Lacedelli e Compagnoni i veri vincitori del K2. Bonatti ne fece una malattia e l’Italia si divise per lui come accadde con Coppi e Bartali.
Anniversario: chi era Walter Bonatti
Nato a Bergamo, si trasferisce a Monza iscrivendosi come ginnasta alla Forti e Liberi e alla “Pell e Oss” di Monza. Come scalatore ha un passo in più rispetto agli altri. Nel 1950 tenta la sua prima grande impresa in apertura di una nuova via. La parete est del Grand Capucin. Una parete di granito rosso mai scalata prima nel gruppo del Monte Bianco. Il 24 luglio di quell’anno parte alla volta di quella guglia di 400 m di granito. Con lui c’è il monzese Camillo Barzaghi. Una violenta tormenta li fa desistere dopo solo poche decine di metri e sono costretti a bivaccare vicino al Rifugio Torino, in quanto quest’ultimo è troppo costoso per le loro tasche. Poi un successo dopo l’altro diventando in poco tempo “il re delle Alpi”.
Anniversario: la polemica
Per anni Bonatti ha gridato al mondo la sua verità. Una lotta contro tutto e tutti. Senza le bombole d’ossigeno che lui e lo sherpa pakistano avevano portato in cima e ceduto a Lacedelli e Compagnoni non ci sarebbe stata impresa. Tanto più che la decisione di sfidare il gelo, la notte e la morte era stata sua per dare soccorso ai compagni impegnati nell’ultimo tratto e in difficoltà con l’ossigeno. Niente da fare. L’Italia ufficiale lo voleva fuori. Bonatti non era per nulla un remissivo. Le sue liti con l’ex amico Compagnoni hanno segnato per anni la storia dell’alpinismo italiano e mondiale. Più volte aveva rinfacciato a lui e Lacedelli il silenzio sul contributo portato. E questo non lo ha mai perdonato loro nemmeno dopo la riabilitazione avvenuta in pompa magna da parte del Club Alpino Italiano.
Marco Pirola