Sticchi Damiani vuole lo sconto sul canone pagato a Monza e agita lo spauracchio Imola
Aci ladrona e l’Aci non perdona. A farne le spese Monza sotto scacco di Aci Italia che vuole lo sconto sul canone pagato al Comune. Un prezzo di saldo più altro. Anzi, proprio non pagare i 2 milioni di euro l’anno. Ed allora dopo aver pianto “miseria” nei mesi scorsi alza la posta. Il Gran Premio d’Italia si farà, ma non è detto che si corra a Monza. Nei paddock di Montecarlo le voci sul futuro del Gp d’Italia si rincorrono. Le ultime parole del presidente Aci, Angelo Sticchi Damiani – «il Gran premio ci sarà nei prossimi 5 anni oltre il 2019, spero a Monza che resta al primo posto, ma si devono verificare alcune condizioni».
Aci ladrona e la candidatura di Imola
Non è solo la logica deduzione visto che in Italia due sono i circuiti (Monza e Imola) in grado di ospitare la Formula Uno. Non ambizione nascosta dell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola, della politica locale e regionale, tornare nel calendario del Mondiale. Loro stanno lavorando alacremente in questo senso. Come in questa direzione va il sopralluogo effettuato una decina di giorni fa da una delegazione della F1 sul nastro d’asfalto lungo le rive del Santerno. Presenti Uberto Selvatico Estense, numero uno di Formula Imola (la Spa che gestisce la pista romagnola) e il direttore Roberto Marazzi, uomo Aci.
Aci ladrona, Imola almeno un po’
Per un anno, almeno. A meno che Monza non prenda seriamente l’allarme di Sticchi Damiani e corra ai ripari. Con lo sconto appunto sul canone. Decisione che dovrebbe passare dal Consiglio comunale brianteo. Dal trionfalismo e scambi di complimenti dopo l’annuncio del presidente Aci dell’accordo economico raggiunto con Liberty Media per un rinnovo di 5 anni del Gp d’Italia, si è passati alle accuse di «ricatti inaccettabili».
Aci ladrona, la strategia di Sticchi Damiani
Angelo Sticchi Damiani è riuscito a portare la trattativa con i proprietari americani della Formula Uno su cifre in linea con le proprie previsioni. Venti milioni di dollari all’anno. Ma, ha puntualizzato sabato da Monaco, se «siamo ai dettagli e siamo d’accordo» sul rinnovo del contratto in scadenza quest’anno, è altrettanto palese che «ci sono altri aspetti legati al territorio e alle infrastrutture che debbono esser rivisti». Riferendosi ai lavori per 100 milioni di euro di cui l’autodromo di Monza ha bisogno per adeguarsi agli standard della concorrenza in giro per il mondo. Domanda: chi paga?
Aci ladrona, Roma non perdona
Nuove tribune, viabilità, servizi. Aci sarebbe anche disposta ad accendere mutui, ma in cambio si aspetterebbe un gesto tutt’altro che simbolico da parte di Monza. Azzerando il canone di concessione del circuito. Ogni anno Sias (la società di Aci che gestisce l’impianto) versa nelle casse del Consorzio Parco e Villa Reale circa 2 milioni di euro. Del resto, ha sempre rimarcato Sticchi Damiani, «gli investimenti sarebbero fatti per rilanciare un bene di proprietà pubblica, non nostro».
Marco Pirola