Nuova stanza protetta per le audizioni dei minori e delle donne maltrattate
Abusi donne e minori. Il cielo in una stanza. Senza scomodare Gino Paoli, ma i carabinieri che hanno sponsorizzato l’iniziativa. Una nuova stanza protetta nella caserma dei carabinieri di Monza. Pareti bianche. Poltroncine da “cameretta”, ma anche giocattoli, matite colorate e qualche peluche. Un tocco di familiarità per chi ha subito un abuso. Un’oasi dopo l’inferno che ha i colori bianchi del Paradiso. E visto che ci cielo si tratta la benedizione di don Silvano Provasi, arciprete del Duomo di Monza non poteva mancare.
Abusi donne e minori: la stanza
“Una stanza tutta per sé”. Lo slogan potrebbe sembrare uno dei tanti tratto dalla pubblicità televisiva di qualche teletormentone. E’ molto più che una semplice stanza di quattro pareti. E’ l’ultimo baluardo per molti minori e donne che pone fine all’inferno di botte e violenze. Il primo verso una nuova vita. E’ il locale allestito al primo piano del Comando Gruppo Carabinieri di Monza, in via Volturno 35. Un locale adibito alle audizioni protette di donne e minori. L’iniziativa è stata fortemente voluta da Canio Giuseppe La Gala, comandante provinciale dei Carabinieri di Milano, dal colonnello Rodolfo Santovito, comandante dei Carabinieri del Gruppo di Monza e dal Maggiore Enrico Vecchio, comandante della compagnia della terza città della Lombardia. Il tutto sotto l’occhio vigile di Alessandro Pepè, sostituto procuratore specializzato in “casi spinosi” che riguardano minori e donne maltrattate.
Abusi donne e minori: l’iniziativa
L’inaugurazione è avvenuta mercoledì pomeriggio e si colloca nell’ambito di un progetto nazionale più ampio. Promosso dal Soroptimist International e in particolare fortemente voluta da Leila Picco, presidente nazionale. E’ dedicato alle fasce deboli vittime di violenza. Minori e donne appunto. Quella di Monza fa parte di un progetto (il 37esimo) già sperimentato in altre località d’Italia all’interno delle caserme dell’Arma dei carabinieri. Indispensabile a Monza la collaborazione della sezione locale di Soroptimist fondata nel 1959 e dei carabinieri al comando del colonnello Rodolfo Santovito. La stanza è anche dotata di impianto di videoregistrazione “discreto” (nel senso di non invasivo) con il quale documentare giudizialmente le deposizioni rese dalle vittime.
Marco Pirola